giovedì 3 luglio 2014

Donne nell'arte. Per la serie "dannata bellezza": Medusa!

Voglio proseguire con la serie delle donne nell'arte parlando di un personaggio della mitologia greca molto famoso e, a mio avviso, dalla storia molto triste. Parlo di Medusa. Quando la sentiamo nominare, la prima cosa che ci viene in mente è la sua testa contornata da vipere e il fatto che, se guardata negli occhi, si diventa di pietra. Molti di noi sapranno certamente anche il motivo per cui Medusa è diventata quell'orribile mostro che tutti conosciamo oggi. Facciamo un passo indietro e ripercorriamo la sua triste storia.
Medusa (l'Astuta) era la figlia di due divinità marine, Forco e Ceto. Oltre a lei, i due avevano generato altre due splendide figlie, Euriale (l'Ampia) e Steno (la Forte). Il trio lo conosciamo meglio con il nome di Gorgoni. La nostra eroina spiccava tra le tre per la sua bellezza e per i suoi magnifici capelli ma (e ti pareva che non c'era un ma) era anche, a differenza delle sorelle, mortale.
Un bel giorno, Poseidone, dio del mare, decise di scendere dal dorato Olimpo per andare a fare un giro nel giardino delle Esperidi, che si trovava vicino al regno dei morti e dove abitava Medusa, insieme alle sue sorelle. Passeggia di qua, passeggia di là e, ovviamente, si imbatte in Medusa, innamorandosene all'istante. Il dio rimane talmente folgorato dalla sua bellezza che, in un istante, decide di trasformasi in uccello, rapisce la bella Medusa e la seduce in un piccolo tempio dedicato alla dea Atena. 
La pudica Medusa, presa da un'ondata di vergogna, corre a nascondere il volto dietro l'egida della dea. Atena, che, come ben sappiamo, non era una tipa tollerante, monta in una divina collera e punisce la povera ragazza deflorata nel suo tempio. E dove la colpisce? Indovinate un pò? Sulla cosa più ovvia: la bellezza. In primis si sfoga sui fluenti capelli di Medusa, trasformando la sua testa in una cesta di vipere e serpentelli di ogni genere. Della serie: avoglia a comprare balsami e creme ristrutturanti! 
Al posto della bocca, Atena fa apparire un antro mostruoso contornato da enormi denti aguzzi, simili a quelli di cinghiale. Poi passa a mani e piedi, i quali vengono trasformati in bronzo (in bronzo??? Mah..) e dotati di artigli da leone, lunghi e affilati. Atena, ancora non contenta, lancia un altro paio di maledizioni alla povera Medusa: ogni volta che qualcuno incrocerà il suo sguardo diventerà di pietra; inoltre rende il suo sangue magico: quello che sgorgava dalla vena destra avrebbe avuto il potere di resuscitare i morti; quello che sgorgava dalla vena sinistra era un veleno mortale. Insomma, tirando le somme, Atena rese questa ragazza un disastro. Conciata in questo modo, ovviamente, la povera Medusa venne condannata a finire il resto dei suoi giorni in un antro cavernoso, pericolosamente vicino agli Inferi.
Ma, purtroppo, non finisce qui. L'intraprendente ed eroico Perseo, viene incaricato di uccidere la Gorgone. Per portare a termine questa difficilissima missione, viene aiutato in maniera scandalosa dagli dei. Hermes gli donò una falce per tagliare via la testa della mostruosa Medusa; Atena (che non poteva certo mancare) regalò a Perseo uno scudo lucido al suo interno, per identificare la posizione del mostro senza correre il rischio di guardarla negli occhi e rimanere pietrificato. Riceverà nel suo cammino altri numerosi aiuti, che non starò qui ad elencare. L'eroe, finalmente, riesce a scovare Medusa e, da impavido eroe qual era, la uccide tagliandole di netto la testa. 
Ma abbiamo almeno una buona notizia: dal sangue sgorgato dalla testa di Medusa nacquero due creature, il cavallo alato Pegaso e il guerriero Crisaore, quest'ultimo dotato già dalla nascita di una falce dorata. Questi erano il frutto dell'unione che Medusa aveva avuto, clandestinamente, con Poseidone. 
Portata a termine la missione, il buon Perseo decide di fare un dono ad Atena, per ringraziarla dell'aiuto ricevuto: impacchetta ben bene la testa del mostro e la porge alla dea la quale, con un gusto del macabro da non sottovalutare, la usa per ornare la sua egida. 
Insomma: tutti felici e contenti tranne questa povera ragazza che aveva, come unica colpa, quella di essere particolarmente bella e avere meravigliosi capelli. Ah la bellezza! Questo dono così bello e nel contempo così portatore di sventure. Oltre a suscitare l'attenzione di aitanti dei dell'Olimpo, attira le gelosie di dee, a quanto pare, isteriche e poco sicure di se stesse, le quali sfogano le loro repressioni e depressioni su queste povere donzelle. Medusa non solo viene sedotta e abbandonata da quel chiacchierone di Poseidone, ma deve subire anche l'ira di Atena che la punisce, davvero ingiustamente, solo perché la poveretta aveva nascosto il viso dietro la sua egida. Secondo me questa è una scusa bella e buona: Atena rosicava e basta.

Abbiamo ripercorso la storia di Medusa. Come tante altre storie dell'affascinante mitologia greca, anche questa è stata oggetto di rappresentazione da parte di artisti di ogni tempo. Vediamo un pò nel dettaglio qualche esempio.


Se doveste scegliere una figura spaventosa da dipingere su uno scudo da combattimento, per quale optereste? Tra le varie possibilità vi consiglio, senza ombra di dubbio, quella della testa mozzata di Medusa. A quanto pare Michelangelo Merisi, detto il Caravaggio, la pensava come me. E siccome lui era uno che amava il realismo, non poteva non rendere nel migliore dei modi questa orrenda creatura. Non riesco a guardare questo scudo senza provare un brivido di raccapriccio lungo la schiena. La bocca della Gorgone è spalancata in un orrido e soffocato grido, bloccato nell'istante in cui la testa salta dal resto del corpo. L'espressione degli occhi, fissi su un unico punto e così reali, è spaventosa e racchiude in sè tutto l'orrore e la paura di chi ha capito che sta per morire. I giochi di luce e di ombra, nei quali il Caravaggio è famoso e insuperabile maestro, enfatizzano il movimento sinuoso degli orrendi serpenti sulla testa di Medusa. L'artista lombardo, in questo caso degno predecessore di Tarantino, non tralascia nessun particolare macabro e fa schizzare verso il basso il sangue sgorgato dalla testa appena recisa. Era il 1598 e, un urlo così angosciante, l'avrebbe nuovamente tirato fuori solo Munch, parecchi secoli dopo. Caravaggio non ci delude mai. 



Non troppi anni dopo, nel 1618 precisamente, un altro sommo artista tira fuori una tela dedicata a Medusa. Pieter Paul Rubens ce la mette proprio tutta a rendere questo soggetto il più ripugnante possibile. L'artista inserisce la testa di Medusa in un ambiente all'aperto, la riva rocciosa di un posto remoto nel mondo. Il capo mozzato è, ovviamente, in primo piano, contornato da una serie di esseri viscidi tra cui, ovviamente, serpenti e insetti di ogni genere, dipinti con moltissima cura dei particolari e fedelissimi alla realtà. Lo sguardo della Gorgone è ancora più allucinato di quello dipinto da Caravaggio; dal sangue che fuoriesce dalla testa continuano a generarsi altri, orribili, piccoli serpentelli. La luce livida di un'infausta notte filtra da sinistra e illumina impietosamente la raccapricciante scena. 

Se volete fare sonni tranquilli non guardate questo quadro prima di andare a dormire.


Anche uno scultore elegante e raffinato come Benvenuto Cellini, include tra i suoi splendidi capolavori una statua dedicata al mito di Medusa, mettendo in luce, però, molto di più, l'eroe Perseo. Quest'ultimo è bloccato in una posa che richiama, molto da vicino, quella del David di Michelangelo: fisico perfetto, muscolatura resa meravigliosamente anche grazie all'effetto della luce sul bronzo. Perseo appare fiero della sua impresa, la testa è bassa e potremmo pensare che Cellini abbia voluto rappresentare il momento il cui l'eroe fà il suo dono alla dea Atena per ringraziarla degli aiuti ricevuti da lei. 

A differenza dei colleghi pittori, Cellini raffigura una testa di Medusa alquanto sobria, con gli occhi chiusi e la bocca semi aperta. Nessun grido di paura o di angoscia, nessuna espressione straziata. Anche i rettili sulla sua testa appaiono composti e quasi statici. Il corpo del mostro giace inerte sotto i piedi di Perseo, della serie: "ma si... mi hanno fatto di tutto, ormai se mi calpestano anche da morta non me ne frega nulla". La statua viene scolpita da Cellini tra il 1545 e il 1553. 
Caro Benvenuto, il tuo è un capolavoro: Perseo è proprio un figaccione ma devo inserire una piccola postilla: potevi dotarlo virilmente un pò di più, in effetti; quel bottoncino stona proprio su un eroe di quel calibro!

Fine della favoletta. Morale: se siete molto belle, non sottolineatelo in modo esasperante postando continuamente vostre foto su Facebook o camminando a quattro metri da terra per strada; se avete capelli lunghi, fluenti e magnifici portateli con gusto e sobrietà; evitate di cadere ai piedi del belloccio di turno che vi racconta solo tante panzane e mirate a qualcuno che oltre ai muscoli e alle gambe depilate sappia usare anche i congiuntivi e la punteggiatura. Consigli forniti per evitare di incorrere nell'ira funesta di qualche isterica "dea" e in maschietti vuoti che hanno un unico neurone situato nel loro "bottoncino"!







1 commento:

  1. Ciao! complimenti questo blog è davvero carino!
    Ne ho aperto anche io un da poco, ti va di darci un'occhiata?

    martybjx.blogspot.it

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